L’editoria italiana a Francoforte

Si chiude oggi a Francoforte la 76. Edizione della Buchmesse, la più importante fiera internazionale del libro, di cui l’Italia è stata ospite d’onore. Dopo tante discussioni e polemiche per le interferenze politiche e il mancato invito o le defezioni di alcuni autori, si può dire che comunque la fiera è stata una efficace vetrina per l’editoria italiana, che ha dimostrato di godere tutto sommato di una buona salute (quarta in Europa e sesta al mondo per il valore del venduto) e speriamo che l’essere stata per una settimana al centro dell’attenzione mondiale porti a una sempre maggiore diffusione della nostra produzione libraria, con la vendita di diritti di traduzione e una maggiore conoscenza all’estero del lavoro dei nostri autori. Il Ministero della Cultura e l’Associazione italiana editori hanno coordinato un fitto programma di incontri, mostre ed eventi culturali, che in alcuni casi hanno proposto un’immagine dell’Italia un po’ stereotipata e da cartolina.

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L’impoverimento dei consumi culturali

È in corso a Viterbo dall’11 al 13 ottobre il Festival “Economia della Cultura”, voluto dalla Regione Lazio. In uno degli incontri in programma ho avuto l’occasione per parlare dell’impoverimento dei consumi culturali che si registra da qualche anno in Italia. Analizzando i dati Istat sulla spesa delle famiglie, possiamo notare infatti che nel 2000 le spese per la cultura e altre attività ludiche e di intrattenimento incidevano per il 7,3% sul totale dei consumi delle famiglie, mentre nel 2022, l’ultimo anno per il quale sono disponibili i dati, la percentuale è scesa al 6,9%. La contrazione si è verificata essenzialmente nel corso dell’ultimo decennio, e non è solo di ordine quantitativo: direi che anche la qualità della spesa desta qualche preoccupazione. In particolare, è calata notevolmente la spesa destinata alle vacanze (dal 7,8 al 3,6%) e quella riconducibile alle pratiche di lettura (la spesa per libri rappresentava nel 2000 il 6,8% dei consumi culturali, mentre ora è scesa al 4,5%; quella per giornali e periodici è passata nello stesso periodo dal 13,5 all’8,2%). Viceversa, è cresciuta la quota destinata a tecnologie (computer, audiovisivi, attrezzature fotografiche), che passa dal 13,6 al 15,6% e quella relativa al giardinaggio e agli animali domestici, che cresce dal 12,8 al 14,4%.

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La cultura annienta ignoranza e criminalità

In un incontro presso il Teatro grande dell’area archeologica di Pompei, organizzato dalla sezione di Torre Annunziata dell’Associazione nazionale magistrati e a cui hanno preso parte mille e ottocento studenti, il rapper Geolier ha raccontato ai ragazzi la propria storia e li ha invitati e studiare, perché solo superando l’ignoranza si può sconfiggere la criminalità: “Ho un rimpianto: sono andato a lavorare presto, a volte sto zitto perché non so come esprimermi. Se avessi studiato di più saprei comunicare meglio”. Emanuele Palumbo – questo il vero nome del ventiquattrenne cantante napoletano – ha concluso il suo appello alla legalità affermando: “Nu libro è meglio ‘e ‘na pistola”.

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